ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

MUSEI PROVINCIALI, LA STORIA

I musei provinciali sono gestiti dalla Provincia di Gorizia: la provincia per volontà della Regione Fvg non esisterà più quindi tutti i suoi beni passeranno, sembra, alla regione Fvg. Immobili ovvero i palazzi, reperti archeologici, documenti preziosissimi sul nostro passato, e tutti quei quadri che rappresentano la nostra identità. La gestione del tesoro dei goriziani viene quindi sottratto ai cittadini di Gorizia. Gopolis giudica quest'eventualità l'estrema iattura per la città di Gorizia, la sua definitiva squalifica nella serie B o C delle città regionali. Gopolis si batte affinchè la proprietà e la gestione dei Musei provinciali resti in mano ai goriziani e all'istituzione che li rappresenta, ovvero il Comune di Gorizia. Ecco in pillole, la storia dei musei provinciali, per capire meglio di cosa stiamo parlando.

NASCONO NEL 1861

Il Museo Provinciale di Gorizia venne istituito nella sessione del 17 aprile 1861 della Dieta Provinciale Delle Contee principesche di Gorizia e Gradisca nel palazzo provinciale di Piazza Duomo ( l' attuale questura). L'Italia era appena diventata Nazione e la politica degli Asburgo esigeva segnali culturalmente forti sui territori dell'impero. La prima impostazione fu nettamente austriaca, con una forte prevalenza di scienze naturali (flora, fauna, geologia), ma anche una sezione storico-archeologica con una certa dovizia di reperti provenienti da  Aquileia, San Pietro, Santa Lucia, Medea. In seguito si arricchisce di una sezione diplomatica - importante il fondo Della Bona,  base del futuro Archivio Provinciale - e di una biblioteca. Poco rappresentate le arti figurative. Viene poi trasferito  nel palazzo Attems- Petzenstein in piazza Corno e la solenne inaugurazione della nuova sede avviene alla presenza dell' imperatore Francesco Giuseppe, in visita a Gorizia per celebrare i quattrocento anni della dominazione asburgica sulla città (29/30 settembre 1900). 

GIOVANNI COSSAR CREA I MUSEI CIVICI NEL 1912

Agli inizi del Novecento entra in scena un personaggio che influirà moltissimo sui destini del Museo e della città. E' Giovanni Cossar. Acceso patriota, di formazione  italiana, ha frequentato l' Accademia di Belle arti a Milano e anche la scuola d' arte industriale del Museo austriaco per l' arte e l' industria di Vienna. Non conosce bene il tedesco e ciò gli impedirà di ricoprire il posto di direttore della sezione storico-antiquaria del Museo Provinciale (sicuramente non solo questo, ma anche i suoi sentimenti patriottici). Cossar trova l' appoggio della Lega Nazionale e lancia il progetto della costituzione di un Museo Civico goriziano.  In occasione della festa estiva del 28 giugno (?) 1908 la Lega Nazionale, sotto la spinta del Cossar, promuove una grande mostra cui tutti i cittadini dovevano contribuire portando oggetti  vari possibilmente importanti e significativi perla cultura cittadina. L'iniziativa consegue grande successo. Il Podestà di Gorizia dà il buon esempio offrendo due dipinti , uno di Caucig e uno di Tominz. Arrivano altre opere pittoriche, firmate  Lichtenreiter, Paroli, Brass, Veruda . Si decide che tale patrimonio deve restare unito, si nomina un Curatorio e Cossar dirà " ho sanguinatamente lavorato  per fare questo museo". Finalmente il 20 ottobre 1912 s'inaugura il Museo Civico, che si pone in chiara contrapposizione a quello provinciale. Il museo sorge nella vecchia sede del Comune, in via Municipio 7. (L' Eco del Litorale, filo austriaco, bolla la raccolta come "insieme di cianfrusaglie"). Un'accusa che spesso risuona a Gorizia per bollare le iniziative altrui, soprattutto se di successo.  Scoppia la guerra. Cossar deve arruolarsi, ma poi ritorna e fa di tutto per salvare il salvabile. Comincia anche a raccogliere reperti bellici per musealizzare la guerra (è una tendenza presente in tutta Europa).

DOPO LA PRIMA GUERRA:IL MUSEO DELLA REDENZIONE

Dopo la guerra, con Gorizia in gran parte distrutta, le  collezioni in parte disperse, le raccolte vengono fuse insieme e si costituisce a Palazzo Attems.  Il Museo della Redenzione, che fu inaugurato l' 8 giugno 1924: comprende il museo Provinciale, il museo Civico e anche quello Diocesano, previo accordo con l' Arcivescovo che i beni dovessero restare di proprietà dell' Arcidiocesi.  (E qui Gopolis apre una doverosa parentesi: c'era evidentemente a quel tempo la consapevolezza che la storia religiosa di Gorizia fosse tutt'uno con la storia della città: oggi che il Museo Diocesano è stato costruito con oltre cinque miliardi di lire del Giubileo 2000 e voluto da padre Bommarco. Su questo tema essenziale per Gorizia oggi la Curia Arcivescovile tace).

LA "COLLETTA" DEGLI ARTISTI GORIZIANI

Nel 1927 muore Giovanni Cossar e gli succede Ranieri Mario Cossar, suo fratello, che terrà la direzione del museo fino al 1938. Nel 1934 muore tragicamente nel mare di Grado Sofronio Pocarini e gli amici decidono di creare una sezione dedicata a lui e all' arte contemporanea all' interno del Museo. Tre sale. Tantissimi artisti del Goriziano offrono le loro preziose opere. Praticamente nasce in questa occasione la Pinacoteca del Novecento all' interno del Museo. Nel 1938  si celebra il Ventennale della Vittoria. Dal Museo della Redenzione vengono separate le raccolte di storia e arte e trasferite a casa Formentini in Borgo Castello. Il resto diventa Museo della Guerra e della redenzione a Palazzo Attems  Lo stile è quello del Ventennio: tono fortemente patriottico, di esaltazione della Guerra e della Vittoria. Nel settembre del '38 riceve la visita di Benito Mussolini.

SECONDO DOPOGUERRA

Dopo la Seconda Guerra Mondiale i Musei ridiventano provinciali, in un momento storico in cui l'Italia ha un forte interesse a mantenere una struttura fortemente identitaria di ciò che resta della Venezia Giulia e della Provincia di Gorizia. Negli anni sessanta, settanta e ottanta si provvede al recupero e riordino delle collezioni disperse. ( Nuovi acquisti che riguardano opere di Bolaffio, Morassi, Brass, Music). Soprattutto si ripensa radicalmente la filosofia del Museo. Il Museo della grande Guerra, viene trasferito nelle case Dornberg e Tasso, nonché nella chiesetta che le congiunge, acquistate dalla Provinci all' inizio anni Ottanta. " A quel tempo - ricorda De Grassi - Palazzo Attems non esisteva un direttore. Il timone era in mano a Gino Bradaschia. Nel 1981 facemmo, insieme al Conte Coronini la prima grande mostra Maria Teresa e il '700 goriziano." Un grande successo - prosegue  De Grassi - è l'affermazione documentata dell'esistenza di un milieu culturale tipicamente goriziano: Gorizia come cerniera tra mondi diversi. Dopo l'alluvione del 1982 condanni devastanti, ecco nel 1985 la mostra Frontiere d'Avanguardia sul futurismo l'acquisizione del Fondo Diaz (fondamentale per il Museo della Grande guerra) e dei dipinti di Spazzapan, agevolati anche dall'opera di Cesare Devetag che ne aveva già acquisito molti con il contributo della Cassa di Risparmio di Gorizia. I Musei provinciali - conclude De Grassi -  riguardano soprattutto Gorizia nel suo ruolo di capoluogo amministrativo di un territorio più o meno vasto a seconda delle vicissitudini storiche, ma punto di riferimento culturale e storico di quella zona vasta che va sotto il nome di "goriziano".Poi ci sono due eventi tragici, le alluvioni del 1983 e del 1987. La prima alluvione è particolarmente disastrosa e travolge il Museo della Guerra che si trovava ancora a palazzo Attems al piano terra. A questo punto il Museo viene trasferito in Borgo Castello. Inaugurazione ufficiale solo il 16 giugno 1990 alla presenza dell'allora  ministro dell' Istruzione Sergio Mattarella. La seconda alluvione fu meno disastrosa. Sotto la direzione di Maria Masau Dan viene varata una politica di importanti acquisti. Quindi la direzione  dell'attuale Sovrintendente Raffaela Sgubin, cui si deve la creazione del Museo della Moda e delle Arti applicate.

IL FONDO DOCUMENTARIO

I Musei provinciali di Gorizia possiedono anche un cospicuo fondo documentario che - come si legge nel sito dei Musei stessi - riguarda tutti gli aspetti amministrativi, politici e militari del governo della Contea, è raccolta nel fondo Atti degli Stati Provinciali (1500-1861), suddiviso in due sezioni. La prima sezione (anni 1500-1754) raccoglie i documenti relativi all'attività degli Stati goriziani dal passaggio della Contea agli Asburgo fino alla riorganizzazione centralizzatrice promossa da Maria Teresa. E' nota anche come Raccolta Morelliana: fu infatti riordinata fra il 1764 e il 1765 da Carlo Morelli (1730-1792), che da questo lavoro trasse ispirazione e materiale documentario per la sua Istoria della Contea di Gorizia, l'opera  tutt'oggi fondamentale per la conoscenza della provincia in età moderna. La seconda sezione comprende non solo i documenti goriziani dal 1754 al 1861, ma anche l'archivio degli Stati della Contea di Gradisca durante il dominio degli Eggenberg (1647-1717). Vi è confluita inoltre la documentazione del Consiglio Capitaniale delle Unite Contee di Gorizia e Gradisca e quella di particolari commissioni, quali quella teresiana ai confini austro-veneti (1750-1756) e quella "giuseppina" alla revisione del catasto (1785-1790). Rari documenti medievali si trovano nel  fondo Pergamene (1150-1929) e Pergamene del "Fondo Fratelli Fonda Savio" (1326-158

Galleria foto: MUSEI LE OPERE

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