ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

LA VOLONTA' DI PADRE BOMMARCO

 

 

La vicenda del Museo Diocesano di Gorizia comincia già nel 1998, con queta prima impegnativa dell'arcivescovo Bommarco, cui il comune di Gorizia rispose affermativamente dando inizio, successivamente, ai lavori di restauro e ripristino dell'immobile.

GOPOLIS HA COMINCIATO AD ALLESTIRE

IL MUSEO DELL’ARCIDIOCESI

L’occasione ? Gusti di Frontiera e la gradevole mostra “Sguardi in città e dintorni”, per entrare nel Museo di santa Chiara e capire la qualità, le dimensioni e la bellezza degli eleganti spazi di quello che poteva essere uno dei musei più interessanti e attrattivi della regione. Crediamo che soltanto a Gorizia poteva accadere che rimanesse vuota e muta una struttura così preziosa, come il complesso di Santa Chiara  restaurato a suon di miliardi di lire  (poi milioni di euro) con i provvidenziali finanziamenti del Giubileo del 2000 (sic!) per volontà dell’allora arcivescovo di Gorizia Padre Bommarco in stretta collaborazione con il Comune proprietario dell’immobile che a quel tempo stava praticamente crollando sul sottostante Corso Verdi. La sua destinazione? Diventare la prestigiosa vetrina dei tesori  artistici, storici e artigianali dell’Arcidiocesi di Gorizia,  testimonianza di una città religiosamente importantissima, diretta erede del Patriarcato di Aquileia. Per ora non vogliamo alimentare polemiche: diciamo soltanto che il Museo c’è, è ancora funzionale,  aggiungendo che la Fondazione Carigo a suo tempo aveva destinato quasi un miliardo di lire per realizzare le teche e le vetrine. Arredi atti  a contenere reperti preziosissimi provenienti dal Tesoro di Aquileia, dal tesoro dell’Arcidiocesi, dalla strepitosa Donazione Teresiana, un vero e proprio patrimonio di oggetti d’oro e d’argento, di magnifiche tiare vescovili tessute dai più esperti sarti dell’Impero Asburgico, con cui l’Imperatrice Maria Teresa aveva voluto contribuire a fare più grande e prestigiosa l’importante arcidiocesi goriziana, che insieme a quella udinese aveva preso il posto del Patriarcato.  Se una città non sa neppure rapportarsi concretamente con il proprio territorio storico,  confrontandosi in primis  con le nostre sorelle Grado e Aquileia nel quadro di importanti sinergie, non ci sarà mai sviluppo di turismo culturale. Peroriamo quindi un incontro tra Comune, Regione, Arcidiocesi e quelle altre istituzioni cui interessa il futuro di Gorizia per riprendere un progetto che è ancora possibile concretizzare, soprattutto in una visione regionale e nazionale dell’offerta museale, che veda Gorizia, una volta tanto, protagonista e non rotella di scorta.

GOPOLIS   

GOPOLIS PARLA DI COSE SERIE

SINERGIA TRA GORIZIA E FONDAZIONE AQUILEIA – 8 MILIONI DI  EURO NON SPESI

CHE POTREBBERO SERVIRE ANCHE A UNA POSITIVA SINERGIA TRA GORIZIA E AQUILEIA

GUARDATE IL VIDEO 

Come sempre anticipiamo per i nostri lettori alcuni temi che riguardano la politica culturale e turistica di Gorizia, che saranno discussi nelle prossime settimane.  Una battaglia di gopolis, la questione dei Musei Provinciali, nonostante i tentativi di sottovalutarla, sarà discussa la prossima settimana in un incontro tra il sindaco di Gorizia Ettore Romoli e l’assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti. Due persone di schieramenti diversi. Il tema non sarà soltanto la destinazione di quello che è forse il più grande tesoro di Gorizia, ma anche la NECESSITA’ ormai inderogabile di mettere in rete le strutture museali ed espositive della città, sotto l’egida del Comune, come ha giustamente sottolineato Dario Stasi* oggi su Il Piccolo, poiché trattiamo di tesori  appartenenti a questa città, non a Trieste o a Udine.

Poichè pensiamo che i goriziani non siano Vispe Terese, allegramente a caccia di farfalle inacchiappabili, pensiamo che alla base di un discorso sul turismo culturale va supportato con un minimo di conoscenza di quello che Gorizia può mettere sul tappeto per essere appetibile da questo punto di vista. Lo facciamo tentando un discorso d’insieme e non un spottino volto a scovare qualche euro dalle istituzioni.

Per questo dopo aver mostrato su www.gopolis.it due video autoprodotti che mostrano una piccola parte di ciò che è contenuto nella Pinacoteca vi offriamo un altrettanto piccolo – ma interessante – spaccato di quello che è il tesoro dell’Arcidiocesi di Gorizia ( il cosidetto Tesoro di Aquileia)  per il quale l’arcivescovo padre Bommarco, insieme a chi scrive, a quel tempo assessore alla cultura, chiesero e ottennero finanziamenti per oltre tre  milioni di euro per restaurare il sito di Santa Chiara che avrebbe appunto dovuto ospitare quei tesori.  Il restauro dell’edificio, che stava letteralmente cadendo a pezzi in Corso Verdi fu funestato da numerose interruzioni tecniche e daldisinteresse  della giunta Brancati.  Ma su quel progetto la Fondazione Carigo aveva investito quasi un miliardo di vecchie lire che avrebbero  dovuto servire a realizzare arredi e teche adatte a custodire assoluti tesori d’arte orafa, lignea, sartoriale ( la Donazione Teresiana). Un Museo di portata nazionale ed europea, al centro di Gorizia.

Della situazione il sindaco Romoli è informato e ne accennerà senz’altro all’assessore Torrenti, anche perché il progetto è strettamente legato alla valorizzazione di Aquileia, che non riesce a spendere i formidabili finanziamenti di cui dispone: oltre otto milioni di euro. 

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