ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

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LA TERRA DEI CACHI -considerazioni sulle uti

 

 

LA TERRA DEI CACHI 1

Il Fvg rinuncerà alle province , meritandosi il titolo di primo della classe e anche, da quanto ci risulta, l'unico tra le regioni italiane. Ma lo fa creando 17 miniprovince ed eliminando gradualmente piu' di duecento comuni, che sono stati da sempre il collegamento diretto tra cittadini e istituzioni, la reale manifestazione di autogoverno di democrazia diretta che abbiamo ereditato dall'antica Grecia e dalla magnifica Italia dei Comuni. Ci dicono che dobbiamo risparmiare, anche se nessuno ha capito da dove verranno fuori questi risparmi e anche i più ottimisti sembrano avere piu di qulche dubbio in merito. E se risparmi ci saranno, saranno così irrilevanti da non giustificare un tale sconquasso istituzionale. E i dipendenti provinciali? Andranno a occupare altri uffici, occuperanno altre poltrone e perecepiranno gli stessi stipendi ma con mansioni che finora non hanno esercitato: prevediamo tempi d'oro per tutti coloro che organizzano corsi di aggiornamento. Chi ci perderà in modo assoluto sarà Gorizia, che perderà l'ultimo ruolo importante: capoluogo provinciale. Di una provincia che, lo ricordiamo noi di Gopolis, ha determinato la specialità del Fvg, avendo perso 4/5 del territorio dopo la seconda guerra mondiale e in presenza di una notevole minoranza linguistica slovena. Lo ricordiamo all'ex presidente della Regione Sergio Ceccotti, friulanista Doc, che l'altro giorno ha proclamato che il merito della specialità va al Friuli e ai friulani. Possibile che lo diciamo solo noi di Gopolis?

LA TERRA DEI CACHI 2

Grado dove andrà a finire? Chi aiuterà Sagrado nella sua battaglia contro le Unioni intercomunali? Cosa farà Ronchi dei Legionari? L’ipotesi che l’Unione intercomunale debba ricalcare la vecchia – si fa per dire – provincia isontina trova molti applausi e scarsissimo pubblico pagante. Si spera forse in una resipiscenza delle nostre autorità regionali, che a noi sembrano vadano avanti come rulli compressori. Il presidente Gherghetta sa che spezzato in due il territorio isontino sarebbe in balìa di trieste e di Udine ancora di più di quanto lo è oggi e si schiera dalla parte di coloro che non vogliono spezzare l’unità dell’isontino. A Monfalcone gli rispondono le squille di chi cerca 5600 firme per fare la città unica, più grande di Gorizia, vero capoluogo d’area – così almeno sperano i promotori. Abbiamo i nostri dubbi: il discorso non è legato a programmi particolarmente importanti e/o interessanti ma va traguardato alle prossime elezioni dove tutti i partiti tenteranno di appuntarsi al petto la medaglia della “Liberazione dal servaggio goriziano”. 
Il tutto, sinceramente, ci suona un po’ ridicolo

LA TERRA DEI CACHI  3

Abbiamo già scritto la nostra contrarietà alla Festa del Friuli. La festa Giuliana sarebbe soltanto un errore riflesso allo specchio. Trieste e Udine si confontano su temi che definire minimi è un eufemismo, ma si ricompattano quando si trattano cose serie. Ricordiamo con un pizzico di malinconia vintage che i nostri padri fondatori considerarono con serietà l'ipotesi che proprio Gorizia fosse il Capoluogo regionale. Sarebbe stata senz'altro una scelta felice. Invece le due vere forze regionali si misero d'accordo: Trieste capoluogo, Presidente regionale friulano, Gorizia ? un graffio nel terreno, da assorbire al piu' presto. Eppure Gorizia è il nesso di questa regione, lo snodo filosofico, la ragione stessa dell'esistenza del Fvg, la ragione storica che non appartiene a Udine ne' a Trieste che potrebbero tranquillamente stare da sole. Bisognerebbe ricordarlo, invece di autocelebrarsi in mediocri successi passati.

LA TERRA DEI CACHI  4

Unioni intercomunali. Ecco che la classe politica regionale si sta svegliando. Quattro province sono meglio di 17? forse no. Intanto Grado, sempre legata a Gorizia da una comune storia e dalla cultura, vedi Cecco Beppe, vedi Biagio Marin, sente le sirene di Aquileia, Lignano, Cervignano ,Palmanova per formare un area dalle indubbie, straordinarie attrattività turistico-culturali. Pensiamo che anche di fronte ai balbettamenti di Monfalcone sulla città comune la proposta di una Uti - sempre che si debba fare - che ricalchi il territorio della Provincia isontina sia la piu' saggia. La facciamo nostra, o no ?

 

LA TERRA DEI CACHI: SESTA PUNTATA
CON DIGRESSIONE TURISTICO-ENOLOGICA
BRDA BATTE COLLIO?



Lo chiamano l’oro del Collio: chi non ha sentito durante la propria vita isontina pronunciare la parola “eccellenza” nelle varianti “bisogna valorizzare le nostre eccellenze”, il nostro vino è un’eccellenza” ” il Collio è una risorsa”, “ecoturismo” o il superbo “Collio slow”, come ha fatto ben notare Matteo Femia oggi su Il Piccolo, notando che la Brda corre e il Collio, ahinoi, resta fermo, o va indietro, molto, molto slowly. Giriamo la domanda al Consorzio Doc del Collio, alla Cciiaa di Gorizia, anche alla Provincia così prodiga a elargire consigli ed elaborare progetti, ricca  soprattutto di parole in libertà quando si tratta di turismo e di enogastronomia. Ma lo sapevate che alcuni anni fa, su iniziativa d alcuni bravi imprenditori, soprattutto cormonesi, era nato il Consorzio Piccolo Collio, che si proponeva e attuava ciò che tutte le altre istituzioni, associazioni eccetera non erano riusciti a fare ovvero valorizzare il territorio del Collio nella sua globalità, unendo il prodotto “vino” ad altri prodotti, come il prosciutto di D’Osvaldo ad esempio, o i meravigliosi formaggi di Borgnano? Cercava di unire le forze, mettendo insieme anche gli agriturismi e la ristorazione. Tutto è andato a carte quarantotto perché il Consorzio della Doc Collio ha pensato che l’iniziativa “nuocesse” all’illustre nome di cui evidentemente il Consorzio ha l’esclusiva. Piccolo Collio? Kaputt. Incredibile ma vero: siamo proprio nella Terra dei Cachi.
ANTONIO DEVETAG
GOPOLIS

UN BICCHIERE DI DOC FRIULI PER FARSI CORAGGIO

Il 35 per cento dei viticoltori del Fvg vogliono una doc unica: Doc Friuli . Sarebbe bello sapere dove risiede l'altro 65 per cento: sospettiamo - ma non vorremmo essere tacciati di malevolenza che i favorevoli stanno soprattutto nelle Grave, nell'Annia, nella Doc Latisana, ovvero in zone di ottimi vini ma non superlativi come quelli del nostro Collio, che dal 1968 - è stata la prima Doc in Friuli grazie all'ingegno e all'impegno di quel grande goriziano che fu il conte Douglas Attems - trascina in alto, in Italia e nel mondo, tutte le altre doc della regione. 
E' uno dei tanti motivi per i quali il comitato gopolis tramite goriziagorizia auspica che la sede della nuova Doc Friuli - sempre che essa divenga realtà - sia Gorizia, che tra l'altro già ospita l'Ersa (Ente regionale per lo sviluppo dell'agricoltura, almeno quella!). Villa Louise, che crediamo oggetto di un progetto di restauro operativo voluto dalla Regione Friuli Venezia Giulia sarebbe la sede ideale, a meno che non si voglia fare di essa il palazzo della cultura regionale. Ma le location per una prestigiosa dimora a Gorizia abbondano: pensate all'ex sede della banca d'Italia a quella del Provveditorato, lo stesso Museo di santa Chiara costato milioni di euro per ospitare il Tesoro di Aquileia, desolantemente vuoto. Sull'argomento tutti, Curia in particolare, si guardano bene di profferir parola, anche se l'impresa del Museo del Tesoro di Aquileia era stata auspicata, intrapresa e portata avanti dall'Arcivescovo Bommarco. . 
Lasciamo i santi e torniamo ai fanti, che è più salutare. L'argomento vino è incredibilmente importante e altrettanto incredibilmente sottovalutato: Gorizia è stata la sede delle Doc Collio e Isonzo fino al 1992 quando la Cciaa ne spostò la sede a Cormons. A Gorizia, tutti muti e zitti: i problemi vitivinicoli erano roba per contadini. Sappiamo invece tutti quanto che il vero oro di queste zone è il vino, quello bianco in particolare e che il Collio ( che si chiamava COLLIO GORIZIANO, ora non più) è il vero tesoro, anche in termini economici del nostro territorio. Che Gorizia rinunci anche a quello che le appartiene per storia, per tradizione e per posizione geografica è incredibile.Esercitarsi un pò sul nostro futuro non farebbe male.
A. Devetag
gopolis

PERCHE' - SE SI DEVE FARE - NON UNA DOC FRIULI VENEZIA GIULIA? QUI SOTTO SPIEGATE LE LAPALISSIANE RAGIONI

Avanti: sappiamo che i viticoltori del Collio non vorrebbero farsi assimilare in una Doc unica chiamata Friuli. Alcuni per ragioni strettamente economiche (il marchio Collio funziona meglio di quello chiamato Annia - e se fosse Collio Goriziano per noi di Gopolis, sarebbe meglio-) alcuni per ragioni nobili che riguardano un'appartenenza prestigiosa, alcuni perchè sperano un futuro matrimonio con la Brda, la quale, a sua volta, spera che lo sposalizio avvenga al più presto. Chiunque abbia la ventura di viaggiare oltre l'Isonzo e il Tagliamento ( e il magico Timavo) sa che il termine FRIULI è sconosciuto al mondo, in barba a Turismo Fvg. Altro impatto avrebbe dunque una Doc che si chiamasse friuli VENEZIA giulia che conterrebbe un nome internazionalmente noto e veramente identificativo che è VENEZIA, conosciuto dal Polo Nord al Polo Sud.
Perchè non si opta per questa semplice ipotesi è un mistero. Sinceramente ci vergogniamo anche un pò: le nostre sono proposte da Lapalisse, ne conveniamo, e proprio per questo siamo sconcertati dalla pochezza di chi ci governa.
ANTONIO DEVETAG
GOPOLIS

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