ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

BIAGIO MARIN

UN GRANDE GRADESE, UN GRANDE GORIZIANO

Morì alla vigilia di Natale di 30 anni fa, Biagio Marin, grande della letteratura italiana, protagonista di quella stagione culturale irripetibile per la nostra città, che ospitava  Carlo Michelstaedter, Enrico Mreule, Nino Paternolli, Max Fabiani, Marin, Ervino Pocar, Sofronio Pocarini, Enrico Rocca. Lo intervistai nella sua bella casa di Grado alla fine degli anni '70, per il Punto Friulano diretto da Piero Fortuna. Una giornata grigia ma limpida e tersa come gli occhi del poeta: dalla sua terrazza si vedevano ancora le tracce della tempesta della notte precedente. Amava la sua isola, Grado, Aquileia e Gorizia, località che legava a una dimensione metastorica, punto d'incontro di  anime diverse ma anche faglia di una psichica frattura tra mondi da cui come per miracolo scaturivano geni come Carlo Michelstaedter, oppure -ma questo non me lo disse Biagio, è un mio pensiero - distillati di poesia di purezza dantesca come la sua. Considerava Gorizia la sua seconda patria, un po' matrigna che lo aveva , così mi disse,  dimenticato. Ma si commuoveva ricordando quell'incontro nel cortile dello Staatgymnasium, quando Carlo Michelstaedter, più grande di lui di quattro anni,  con il cappello a larghe tese, gli sorrise e gli cedette il posto alla fontanella dell'acqua. Marin ricordava il grande goriziano come una grande ombra dalla voce calda e amichevole, un "cercatore d'assoluto" uno che come lui cercava di volare "più in là delle stelle". Consideriamo il porta gradese anche un grande, grandissimo goriziano.

ANTONIO DEVETAG GOPOLIS

 

"COSÌ L'HO VISTA LA PRIMA VOLTA, IN UNA GIORNATA CALDA DI PRIMO GIUGNO, DALLA MÀINIZZA, CON IL SUO CASTELLO SUL COLLE, INCERTA TRA VERDE E CELESTE, DIETRO UN VELO DI CALURA E DI POLVERE. E ORA SO CHE FIN D'ALLORA L'HO AMATA."

BIAGIO MARIN, SU GORIZIA

BIAGIO MARIN

Biagio Marin, il poeta dell’isola d'oro, nato a Grado il 29 giugno 1891, morto sempre a Grado il 24 dicembre 1985, fu legato a Gorizia da un lungo, a volte tumultuoso affetto, da molti anni trascorsi nella città prima come studente e poi come insegnante, da un legame di amicizia suggellato nel 1976 dal conferimento della  cittadinanza onoraria. Il giovane "Biaseto" studiò a Gorizia: convittore dei Salesiani, frequentò lo Staatsgymnasium, dove conobbe Carlo Michelstaedter, più anziano di lui di qualche anno (del primo incontro con il filosofo nel cortile del liceo il poeta ha lasciato una efficace descrizione). Fu espulso dalla scuola per una grave infrazione disciplinare (si era recato in classe armato di pistola), ma nonostante questo episodio degli anni giovanili rimase sempre legato affettivamente alla città: qui si formò,  partecipò a circoli e associazioni culturali, stampò i suoi primi versi: Fiuri de tapo (1912) e La girlanda de gno suore. (1922). E qui  insegnò, per alcuni anni, all'Istituto Magistrale: esperienza conclusa negativamente, non essendo accettati i suoi metodi didattici, non in linea con quelli dell'epoca. Ma Gorizia gli rimase sempre cara. Poeta nella parlata gradese e candidato nel 1981 al premio Nobel per la Letteratura, Biagio Marin dedicò a Gorizia un volumetto di "prose d'arte": pagine in prosa, in lingua italiana, dove l’anima del poeta trasfigura parole e immagini in un linguaggio poetico ricco di sfumature e di sentimenti. In quel piccolo grande libro, Gorizia, pubblicato nel 1940 e ristampato dopo la guerra con l'aggiunta di qualche capitolo e con per sottotitolo "la città mutilata", Marin rievocò luoghi, persone e ricordi della città, che non era la sua isola d'oro, ma che amava di un amore diverso, ma non meno grande. "Dall'isola nel mare mi mostravano le montagne verso greco, e indicandomi una macchia biancastra nello svariare delle masse azzurrine, mi dicevano: quello è il Monte Santo e ai suoi piedi è Gorizia. La città era nascosta da veli di monti, da foschia, da nebbie e da nubi. Era assai lontana e nessuno sull'isola conosceva le strade che vi portavano. Si sapeva soltanto che tra noi e le montagne c'era una grande pianura: il Friuli.Tante strade, tanti paesi, e fiumi da risalire, da guadare, e altri da varcare su ponti ... " Così cominciava, quasi come in una fiaba di un magico passato, il racconto del poeta, e così gli appariva Gorizia al termine del viaggio: "Così l'ho vista la prima volta, in una giornata calda di primo giugno, dalla Màinizza, con il suo castello sul colle, incerta tra verde e celeste, dietro un velo di calura e di polvere. E ora so che fin d'allora l'ho amata."

 ANTONELLA GALLAROTTI

 

Piccoli box:

Nell'auditorium del liceo classico "Dante Alighieri" di Gorizia (oggi I.S.I.S. Alighieri) in viale XX Settembre c'è un busto di Biagio Marin. La sala è dedicata al poeta, ex allievo dell'istituto.

Nel 1976 tre personalità della cultura goriziana: Biagio Marin, Antonio Morassi e Ervino Pocar hanno ricevuto la cittadinanza onoraria nel corso di un'unica cerimonia nel castello di Gorizia, presieduta dal sindaco Antonio Scarano.

Nel 1988 l'Amministrazione provinciale ha istituito i premi letterari triennali intitolati a Marin, Morassi e Pocar destinati rispettivamente ad autori di opere di critica letteraria, storia dell'arte e traduzione. Dopo la sesta edizione (2004) l'iniziativa, definita "fiore all'occhiello dell'attività culturale della Provincia", sembra scomparsa.

Una ricerca nel catalogo online di SBN delle biblioteche goriziane individua 207 titoli collegati a Biagio Marin.

 https://www.biblioest.it/SebinaOpac/.do#0 

 

Il Centro Studi Biagio Marin, costituito nel 1983, ha sede presso la biblioteca di Grado. Promuove un premio nazionale per la poesia in dialetto (edita), un concorso giovanile di saggistica e un premio per una tesi di laurea su Biagio Marin.

https://www.biagiomarin.it/home/

 

Archivio Marin

https://www.fondazionecarigo.it/cms/data/pages/000020.aspx

DI QUESTO DEVO COMPLETARE I DATI