ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

 

CARLO MICHELSTAEDTER, BREVE BIOGRAFIA E I DUE VIDEO

CARLO MICHELSTAEDTER, BREVE BIOGRAFIA 

Carlo Michelstaedter nacque a Gorizia il 3 giugno 1887. I suoi genitori appartenevano a stimate famiglie ebree cittadine: Alberto Michelstaedter era rappresentante delle Assicurazioni Generali e faceva parte di varie associazioni culturali goriziane; Emma Luzzatto Coen era cognata della giornalista Carolina Luzzatto. Carlo era il più giovane di quattro figli: Gino, Elda, Paula, Carlo.

Dopo aver compiuto gli studi superiori allo Staatsgymnasium di Gorizia, Carlo Michelstaedter si iscrisse alla facoltà di matematica dell'Università di Vienna, ma non ne frequentò i corsi: soggiornò invece a Firenze, per studiare arte e prendere lezioni di disegno. Era molto bravo a disegnare, specialmente caricature. Frequentò l'Istituto di studi filosofici (l'Università di Firenze) e arrivò alle soglie della laurea.

Durante gli anni universitari fu quindi a stretto contatto con la cultura italiana che lui e la sua famiglia sentivano come propria pur vivendo in una città dell'impero austroungarico. Ma furono anche anni di esperienze tragiche e dolorose: nel 1907 morì suicida Nadia Baraden, una giovane signora russa con la quale aveva instaurato un rapporto intellettuale ed affettivo; il progetto di fidanzamento con una compagna di studi, Jolanda De Blasi, fu duramente contrastato dalla famiglia; nel 1909 morì tragicamente a New York, dove si era trasferito, il fratello maggiore, Gino.

In questo periodo, dal 1905 al 1910, Carlo Michelstaedter, oltre a sostenere con successo gli esami, scriveva, disegnava, dipingeva e andava elaborando la sua filosofia della "persuasione", contrapposta alla facile scelta dell'accontentarsi, del ricercare il facile piacere, dall'adattarsi all'inconsistenza della "rettorica". Questi concetti vengono espressi nella sua tesi di laurea, intitolata appunto La persuasione e la rettorica, ma anche in operette minori, non pensate per la pubblicazione né per la discussione accademica, come il Dialogo della salute ed altri dialoghi di struttura leopardiana, e in alcune poesie, come il poemetto I figli del mare e l'emblematica Il canto delle crisalidi in cui il significato di "vita" e quello di "morte" si intrecciano, si confondono e si identificano.

Il 17 ottobre 1910, dopo aver finito la stesura della tesi di laurea e dopo un diverbio con la madre, della quale ricorreva il compleanno, Carlo, rimasto solo in casa, si uccise con un colpo di pistola alla tempia. Aveva ventitre anni. Non lasciò nessun messaggio a spiegare il suo suicidio. In uno dei suoi fogli manoscritti, accanto al disegno della lampada ad olio che si sta spegnendo, aveva annotato: "La lampada si spegne per mancanza d'olio, io mi spensi per traboccante sovrabbondanza".

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