ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

CHI FA MOSTRE, CHI DISTRUGGE LIBRI

Si è aperta a Gorizia una mostra importante, curata tra l’altro e ne siamo particolarmente fieri, da Marino De Grassi, componente del nostro comitato gopolis, che si è messo in testa di ricomporre gli infiniti tasselli di un’identità goriziana. Marino De Grassi ha ricordato in sede di conferenza stampa che questa scommessa “storica” di riscoprire l’identità di Gorizia era partita del 1994, con una serie di mostre importanti con cui dapprima si costituì il castello come Museo didattico del Medioevo Goriziano; quindi affrontando proprio il periodo asburgico con delle mostre assolutamente importanti, come “Divus maximilianus” e “Gorizia, una città italiana nelI’mpero degli Asburgo” che pur avvalendosi di contributi di Silvano Cavazza, Andrea Bressan, Mario Doberl, Friedrerich Edelmeyer, Mauro Gaddi, Walter Klainschek Aleksander Panjiek, Francesco Madama, Matthias Pfaffenbichler, Lucia Pillon, Donatella Porcedda, Luigi Tavano, Giuseppe Trebbi, Marino De Grassi, Marina Bressan, sollevò ire funeste per quell’aggettivo “italiana”.Un’ira che si trascinò nel tempo e che provocò il “rogo” dei cataloghi maledetti nel periodo della giunta Brancati. Non fu una notte di tregenda, ma solo la squallida dimostrazione del basso livello di chi vorrebbe ancora oggi dettare l'agenda della cultura goriziana.

Auguri per una bella mostra che completa il discorso iniziato vent’anni fa con una sezione importante sull’Ottocento, prologo di quell’insorgere dei nazionalismi che accesero la miccia della Grande Guerra. Auguri per un' esposizione che consentirà di ammirare spazi straordinari, che hanno un solo futuro: quello di ospitare su due piani almeno, il Museo dell’ Arcidiocesi. 
Nella foto qui sotto,il magnifico ritratto esposto in mostra di Zita di Borbone Parma, ultima imperatrice.
GOPOLIS

 

 

LA MOSTRA SUGLI ASBURGO

Durerà fino alla fine di gennaio 2016 la mostra “ Asburgo. Quattro secoli di governo di una contea di confine.1500-1918 “. L’ingresso è gratuito.  Promossa dal Comune di Gorizia l’esposizione è organizzata dal Centro Studi Turismo e Cultura di Gorizia con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Italia-Austria.’ Ne sono curatori Marina Bressan e Marino De Grassi.Quattro secoli di governo di una contea di confine.1500-1918 “, che resterà aperta sino all’ultima domenica di gennaio 2016. “Una mostra che – ha dichiarato il co-curatore Marino De Grassi, componente del comitato gopolis- è il seguito e il completamento di quelle esposizioni che, organizzate insieme all’assessore Devetag,  volevano dare una nuova e più oggettiva visione del passato goriziano, soprattutto nel periodo che va dal 1500 (morte del conte Leonardo di Gorizia) fino alla fine del dominio asburgico, nel 1918”. La mostra completa un quadro tracciato con dovizia di documenti fin dagli anni ’90: un importante contributo a capire, in questi momenti calamitosi, l’importanza  delle vicende storiche che riguardano Gorizia.

Centinaia di preziosi cataloghi delle mostre “Divus Maximilianus” e “Gorizia, una città italiana nell’Impero degli Asburgo” furono distrutti dalla giunta Brancati in un insuperato rigurgito d’ignoranza, spregiando la cultura, l'arte e la storia della città di Gorizia. 

 Negli ampi spazi di S. Chiara, su tutti i tre piani disponibili dell’edificio, saranno esposti oltre quattrocento oggetti, tutti originali, provenienti esclusivamente da collezioni private della città, della provincia e della regione, con la sola eccezione di alcuni documenti che appartengono  all’Archivio Storico del Comune cittadino. Dipinti, xilografie , incisioni all’acquaforte, disegni acquerellati, manoscritti,manifesti,bandi,libri e giornali  in lingua italiana,slovena e tedesca documenteranno la complessità e l’originalità delle vicende che hanno segnato oltre quattro secoli di storia della Contea, con speciale attenzione ai fatti del capoluogo,Gorizia, che proprio sotto gli Asburgo assunse il suo ruolo di città di confine.  L’impianto della mostra è cronologico e legato alla politica di tutti gli imperatori che si sono succeduti sul trono degli Asburgo dal 1500 alla fine del primo conflitto mondiale . Da Massimiliano I e Carlo V quindi a Francesco Giuseppe e Carlo, l’ultimo imperatore.

 La storia del nostro territorio viene così inserita nei grandi eventi europei attraverso la Casa d’Asburgo e  pure grazie al ruolo che svolsero al servizio dei sovrani alcuni insigni esponenti della nobiltà locale quali Sigmund Herberstein,Francesco della Torre, Giovanni Cobenzl, solo per citare alcuni protagonisti del Cinquecento. Ma seppur per citazioni visive tutti i fatti fondamentali che distinsero la città e la contea sono ricordati e citati. Tra questi la formazione di un ceto nobiliare non ricco ma colto,l’insediamento di numerosi ordini religiosi in funzione antiluterana di cui alcuni divennero importanti istituzioni di formazione e cultura quali i gesuiti,la guerra di Gradisca con la Serenissima, la crescita e lo sviluppo urbano della città, il felice periodo di Maria Teresa e le tensioni provocate dalla politica del figlio , Giuseppe II , soprattutto in campo ecclesiastico, la nascita dell’Arcidiocesi, la bufera napoleonica ,il quasi silenzioso 1848 e la successiva nascita dei grandi fermenti nazionali italiani e sloveni. L’eccezionale fioritura giornalistica che ne conseguì. il grande collegamento ferroviario con il Centro Europa nel 1860 con la Meridionale, che impose un riassetto urbanistico moderno e ancora oggi pregiato ( corso Italia ) e il più tardo ma rapido collegamento via Transalpina nel 1906. Questi e numerosi altri eventi saranno documentati in mostra.

Orari:venerdi e sabato 10.30-13; 15.30 - 19.00; domenica 10.30 - 19.00. Apertura sino al 31 gennaio 2016.

 

 

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