ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

Report: sull'Isontino parlano i sindaci

06.03.2015 16:35

Go.Polis ha ottenuto un primo risultato importante: riunire in un incontro pubblico numerosi sindaci dell’Isontino e della Bassa friulana per discutere apertamente su quello che ci aspetta dopo l’approvazione della legge regionale 26, con cui si chiudono le province e si dà vita a 17 nuove Uti, vale a dire Unioni territoriali intercomunali.

Diamo un primo  quadro sintetico delle dichiarazioni dei primi cittadini, dei vicesindaci, del presidente della provincia di Gorizia con un ordine che deriva dalle loro posizioni. Nei prossimi giorni pubblicheremo anche le dichiarazioni del sindaco di San Canzian d’Isonzo, di Cervignano, di Palmanova, di Aquileia.

Favorevoli all'unione tra destra e sinistra Isonzo (con qualche distinguo):

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI GORIZIA GHERGHETTA condivide l’opinione di fondo di Go.Polis per cui la divisione dell’isontino in due ( due Uti una della sinistra Isonzo e una della destra) sposta pericolosamente il peso economico e l’influenza politica regionale sui due soliti poli,  quello fortissimo della “grande Trieste” e quello ipotizzabile con la “Grande Udine”. La divisione dell’Isontino rappresenta un “suicidio” sia per Gorizia sia per Monfalcone.

IL SINDACO DI GORIZIA ROMOLI  si batte per una Uti che comprenda l’intera ex provincia di Gorizia: quindi un’unica unione intercomunale che unisca destra e sinistra Isonzo, per bilanciare i poli e il peso di triestini e udinesi. Il problema sarà quello di trovare una dimensione giusta per fornire i servizi  più importanti. In questo senso si potranno creare, come previsto dalla legge dei subambiti per fornire servizi nella dimensione migliore ed efficiente. Certo, dice Romoli, la legge 26 è prodromica alla costituzione di diciassette grandi o medi comuni in Fvg.  Romoli lancia anche un ponte alla Bassa Friulana, con la quale si dovrà collaborare e costruire progetti concreti in campo infrastrutturale, turistico, culturale.

IL VICESINDACO DI RONCHI DEI LEGIONARI VECCHIET è fortemente contrario alla legge regionale 26, che porterà, dice, a nuovi diciassette superdirettori da oltre duecentomila euro all’anno, che saranno i veri padroni della situazione.  Vecchiet ricorda che già la legge Iacop prevedeva agevolazioni per comuni che mettevano insieme servizi essenziali ma che non ha portato nessun vantaggio: il progetto della città comune Ronchi-Staranzano Monfalcone si è arenato su problemi e lungaggini burocratiche  insuperabili.  Vecchiet fa l’esempio della polizia urbana: per un efficiente servizio in una ipotetica Uti della destra isonzo (della sinistra isonzo) sarà necessario fare nuove assunzioni.

IL SINDACO DI FOGLIANO REDIPUGLIA CALLIGARIS è il più contrario alla legge 26, che definisce anticostituzionale: “Intacca- dice – i principi di rappresentanza a livello locale sui quali si basa lo stato italiano e il rapporto tra politica, amministrazione e cittadini”.  Ai comuni, quindi alla gente, non resterà che l’anagrafe e lo stato civile. Per far riparare una buca nell’asfalto il cittadino di Fogliano dovrà recarsi a Monfalcone o a Gorizia: assurdo. In più il direttore dell’Uti sarà il vero deus ex machina, anche perché sembra impossibile che un ‘assemblea di 25 o 15 sindaci possa far sentire la propria autorità al dirigente. Il potere politico sarà sostituito da quello burocratico.

IL SINDACO DI GRADO EDI MARICCHIO esordisce dicendo di aver discusso con l’assessore regionale Panontin sul fatto che l’isontino dovrebbe restare unito, per ragioni storiche, culturali, ma anche economiche, riguardanti il turismo, la sanità, “ma non ho ricevuto in merito risposte esaurienti. La riforma della legge regionale 26 partirà sicuramente  dice Maricchio - ma non so se arriverà in porto: non prende in considerazione il problema della laguna spaccata in due Uti, della pesca, che è una parte importante del’economia regionale. Ho sentito parlare di Strapotere goriziano -  conclude Maricchio - e Grado lo dovrebbe sostituire con quello Monfalconese?” Maricchio si dichiara quindi favorevole a un’unica Uti isontina ma spezza una lancia per un rapporto strettissimo con la Bassa friulana e in particolare con Aquileia per evidenti affinità storiche e interessi turistici.

IL SINDACO DI CORMONS LUCIANO PATAT: “Questa legge mi lascia perplesso: alla fine penso che in regione resteranno 17 comuni tutto il resto sparirà. Ma questa legge però – afferma- ha il merito di costringere i comuni a mettersi insieme, a creare quelle sinergie che in fondo sono sempre mancate per risolvere insieme problemi economici e riuscire a mantenere un buon livello di servizi al cittadino.”  Patat è convinto che la futura Uti isontina deve unire destra e sinistra Isonzo, che hanno in fondo gli stessi problemi. L’aggregazione della Bassa friulana all’Isontino, seppure difficilissima, sarebbe comunque un’opportunità storica per un territorio unito dalla storia e da tradizioni comuni.

IL SINDACO DI GRADISCA TOMASINSIG: la dimensione dei 70mila abitanti è corretta per fornire servizi al livello cui siamo abituati. E il momento della condivisione e non della rottura. Bisogna trovare un punto di mediazione sui confini dell’unione tra destra e sinistra Isonzo: sarà opportuno modificare la legge regionale 26  per trovare e indicare le modifiche  per lavorare insieme anche con i comuni della Bassa friulana. Tomasinsig ricorda in merito la volontà di progetti comuni in campo assistenziale   tra Cisi e Campp.

IL SINDACO DI CERVIGNANO SAVINO giudica positivamente la legge regionale 26 che definisce “rivoluzionaria” e come tale provoca forti reazioni o addirittura ricorsi giurisdizionali (il riferimento è a Calligaris). Certo si pone il problema del peso dei territori e capisco i dubbi dell’isontino, ma penso che i confini territoriali finora esistenti non devono essere dei problemi. La legge obbliga i comuni aderenti a una Uti a dialogare tra loro e metteresi insieme per servizi migliori; ma presuppone anche la creazione di progetti comuni tra le varie Unioni intecomunali. Come può la Bassa friulana dialogare con l’Isontino? Certamente sul piano assistenziale; certamente sulle infrastrutture trasportistiche e industriali. Gettimaoci con coraggio in questa avventura: tra tre anni faremo il punto ma intanto andiamo avanti.

IL SINDACO DI PALMANOVA MARTINES afferma che la pianificazione concreta la farà la Regione. “le Uti metteranno insieme servizi e anche un’importante progettualità come previsto.Lo faranno certamente Palmanova, Cervignano e Sangiorgino.