ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

Province K.O., comuni perplessi: Legge 26 avanti piano

21.02.2015 17:06

INCONTRO DI VENERDI' SULLA LEGGE 26:
MOLTE PERPLESSITA', SPARISCONO LE PROVINCE 
MA ANCHE I COMUNI NON SE LA PASSANO BENE

Legge regionale 26 ovvero il riordino amministrativo della regione Friuli Venezia Giulia, con l’abolizione della province e l’istituzione di 17 nuove Unioni intercomunali. Un oggetto misterioso questa legge, fino a poco tempo fa. Da un mese circa a questa parte l’argomento è diventato, nella sua complessità, più visibile, anche per merito di Go.Polis che ha insistito fin dalla sua costituzione nel definire “storici” i cambiamenti che questa legge porterà. l’incontro organizzato da Go.Polis venerdì scorso all’Hotel Entourage è stato interessante per vari motivi. Intanto la partecipazione di undici sindaci dell’Isontino e della Bassa friulana, di cui daremo nei prossimi giorni, una sintesi delle loro opinioni. Sono intervenuti il presidente della Provincia di Gorizia Gherghetta, i sindaci di Cervignano Savino, di Fogliano Redipuglia Calligaris, di Grado Maricchio, di Cormons Patat, di Gradisca Tomasinsig, di San Canzian Caruso, di Gorizia Romoli, di Palmanova Martines, di Aquileia Spangher, il vicesindaco di Ronchi Vecchiet. Era presente il sindaco di Dolegna del Collio Bernardis. Moderatore, Marino De Grassi di Go Polis. Ci preme sottolineare alcuni temi che sono stati preminenti: 
a) tutti gli intervenuti isontini auspicano che l’Unione intercomunale segua i confini della Provincia di Gorizia e quindi l’Isontino non sia diviso in due;
b) la nuova legge ha comunque il merito di “forzare” i comuni a fare sinergie, a trovare momenti di collaborazione, di fare massa critica, nel campo dei servizi e dell’economia;
c) a parte il sindaco di Fogliano e il vicesindaco di Ronchi dei Legionari gli altri danno per scontata l’applicazione della legge
d) gran parte dei sindaci giudica i meccanismi di partecipazione delle nuobve Unioni intercomunali macchinose e complesse
e) qualcuno l’ha affermato esplicitamente: sparite le province e istituite le unioni intercomunali, da qui a dieci anni in regione resteranno 17 comuni: gli altri spariranno.

L’incontro è stato introdotto dal portavoce del comitato Go Polis Antonio Devetag che ha tra l’altro affermato: “Il nostro è un comitato aperto a tutti coloro che con buona volontà vogliono dibattere i problemi e sono infiniti che riguardano la storia e la cultura del nostro territorio o che vogliono proporre idee, speriamo concrete, per migliorare la fruizione del nostro patrimonio urbanistico, architettonico, artistico, storico, tradizionale, letterario. Non siamo al servizio di nessuno tranne che di noi stessi e delle persone di buona volontà che amano la nostra regione. Appena costituiti abbiamo dovuto affrontare, un problema che nel 2014 era stato sottovalutato se non ignorato. Strana eclissi, per la verità, poiché la legge 26 del 2014 rappresenta una rivoluzione epocale: cancella le province e rivoluziona gli assetti istituzionali della nostra regione, che dovrebbe essere divisa in 17 ( o 18) ambiti istituzionalizzati, che corrispondono secondo la proposta della Giunta regionale agli ambiti dei distretti sanitari, peraltro non molto equilibrati dal punto di vista demografico. Per darvi un’idea: il distretto a che corrisponde perfettamente all’attuale provincia di Trieste conta 232.000 abitanti; il distretto f, Udine e comuni limitrofi 157mila; il distretto q, Pordenone e comuni vicini 94.000; quasi tutti gli altri distretti contano dai 40 ai 55mila abitanti. La provincia di Gorizia è stata divisa in due: Destra Isonzo con 17 comuni per oltre 70mila abitanti e la Sinistra Isonzo con 9 comuni e quasi 70mila abitanti. Ora la provincia di Gorizia, l’Isontino, si sta per spezzare nuovamente. Noi crediamo che nella nuova ripartizione amministrativa la provincia di Gorizia debba rimanere unita. Poiché non siamo degli ingenui sappiamo bene che un ‘unione di 141mila abitanti potrebbe un peso analogo, a quella Udinese. Peso politico, peso amministrativo, produttivo o che dir si voglia, peso che costituirà un vantaggio nell’elaborazione di progetti di sviluppo, nella richiesta di finanziamenti, nell’elargizione degli stessi. Viceversa due spezzoni da 70 mila abitanti avranno molto meno peso contrattuale. Ma la nostra non è una presa di posizione dogmatica: siamo qui per sentire tutte le ragioni e può essere che ce siano di diverse e di ottime. "

"La prima domanda - ha continuato Devetag - che porremmo ai sindaci: ci sembra che la legge regionale 26 tolga una fetta enorme di potere ai comuni, delegandola a una nuova classe di burocrati: il direttore dell’unione intercomunale, un funzionario non eletto dal popolo, sarà il vero deus ex machina del territorio. L’assemblea dei sindaci ubbidisce a regole macchinose, che sembrano fatte nella prospettiva, magari decennale, di chiudere i municipi. Vorremmo la vostra opinione su questa questione fondamentale, anche perché nell’odierno caos e disagio italiano una delle poche figure salde, amate, efficaci e presenti sono proprio i sindaci: Li vogliamo mettere ko? Una domanda che non ci sembra troppo peregrina è questa: ci saranno veri risparmi? La legge stessa ha molti dubbi in proposito e allora valeva la pena in una situazione di crisi economica come questa complicare vieppiù i compiti degli amministratori?
La seconda domanda come vi ponete in questa nuova Mappa del Friuli Venezia Giulia? Vi vanno bene le divisioni stabilite dalla giunta regionale?
Terza domanda: abbiamo il piacere di avere qui i rappresentanti di Aquileia, Cerviganno, Palmanova. Vorremmo sentire dai sindaci isontini e da loro naturalmente se ci sono reali possibilità una volta tanto, di interagire concretamente in un territorio che ha tanta storia, cultura, ma anche interessi economici comuni."
Nei prossimi giorni come detto, la sintesi dei vari interventi. 
GO POLIS