ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

MUSEI. I PERCHE' DI UNA BATTAGLIA

14.02.2016 17:04

La battaglia che gopolis sta facendo da quasi un anno sulla brutta faccenda dei Musei provinciali deriva in primo luogo dalle premesse stesse da cui nasce il nostro comitato, che potete leggere su www.gopolis.it, pagina GOPOLIS.è una parte della risposta che si potrebbe dare alla cosmica domanda della Serracchiani “Cosa volete fare da grandi?”. Ma la questione della proprietà e della gestione è profondamente legata – e le nostre autorità fanno finta di non accorgersene –al rilancio del turismo culturale a Gorizia, che non consiste in un pacchetto promozionale,  buono per tutte le stagioni, ma nell’impostazione di un hardware museale ed espositivo in grado di richiamare qualcosa di meglio e più duraturo che qualche pullman di veneti in gita premio, che dopo un salto al Castello vanno in Slovenia oppure a Cormons. Il punto di partenza per chiunque non voglia ridurre il problema a un gargarismo è proprio la creazione di una rete che metta in sinergia operativa Musei provinciali, Fondazione Coronini Cronberg, Castello e Sinagoga, Museo di Santa Chiara, la cui destinazione rimane quella di ospitare il Tesoro dell’Arcidiocesi ( Tesoro di Aquileia, Donazione teresiana) com’era nelle intenzioni – abominevolmente tradite -  dell’arcivescovo di Gorizia padre Bommarco che insieme a chi scrive, era riuscito a restaurare ilcomplesso di santa Chiara con i finanziamenti del giubileo del 2000.

Ecco che già alla fine del 2014 la prospettiva della fine delle province allarma alcuni funzionari della Regione e della Provincia stessa: Gorizia infatti, insieme con Sassari ha anche la disgrazia di avere Musei provinciali invece che comunali. A chi andranno? E soprattutto che fine faranno i dipendenti, la direttrice dei Musei. La logica direbbe che i Musei provinciali andrebbero agli eredi di coloro che li hanno costruiti curati e arriocchiti con la loro rate e con il loro ingegno, vale a dire ai Gorizia, ovvero il Comune di Gorizia. Nasce invece nei corridoi di Via Milano a Trieste, dove ha sede l’assessorato regionale alla cultura  l’idea diabolica di qualche dirigente: perché non li passiamo alla Regione? Doppio vantaggio: dalla provincia di sinistra alla regione dello stesso colore e così si toglie l’ultimo tesoro all’impresentabile comune di centrodestra. Poi: la Regione entra in possesso di ciò che non ha mai avuto – raccolte d’arte con cui volendo si può riempire il lussuoso  scatolone vuoto di Passariano - e che probabilmente non potrebbe avere – come ha fatto notare all’incontro- farsa dell’altra sera in consiglio comunale  la consigliera Rosi Tucci – neppure le caratteristiche di conformità scritte a chiare lettere nello Statuto regionale. Terzo vantaggio . si sistemano alcune posizioni molto precarie all’interno dei Musei provinciali, che derivano ancora dalla gestione Brandolin.

Vabbè, obietta qualcuno, sappiamo che a Gorizia si possono dare tutti i calci nel sedere che si vuole, ma qualcosina in cambio…. Ed ecco che i funzionari tirano fuori una carrozzetta pronta pronta : diamogli l’Erpac e poi  inventiamoci la fola  della Cultura: non costa nulla e ai goriziani farà effetto.  Il bello è che i nostri notabili ci cascano. Non vedono il nesso tra i Musei e il futuro di Gorizia: ci chiediamo sa hanno capito di cosa si sta parlando.  Abbiamo già lodato, anche troppo, chi si è schierato con una posizione dignitosa per Gorizia. Ora è il momento si battere i pugni sul tavolo, o sospendere ogni iniziativa regionale in attesa di un democratico confronto, che checchè ne dica Torrenti non cè mai stato. C’è stata soltanto una quasi disperata campagna contraria di gopolis, molto fastidiosa ai piani alti dei Palazzi, ma che moltissimi goriziani hanno capito e condiviso. E li ringraziamo.

GOPOLIS