Se ne parlerà giovedì 31 marzo alle 18, in sala Dora Bassi. Gopolis lo sta dicendo da circa un anno siamo quindi felici dell’ulteriore presa di posizione della sinistra goriziana ( Crocetti e Cingolani) a proposito del problema Musei provinciali. Il loro intervento di oggi su Il Piccolo mostra questa vicenda nella sua eclatante assurdità. Si è colpevolmente evitata la soluzione più semplice, ovvero la restituzione ( e sottolineiamo la parola RESTITUZIONE) della proprietà dei Musei provinciali di Gorizia a coloro che li hanno creati, nutriti, arricchiti nel corso di 150 anni ovvero li cittadini di Gorizia e chi li rappresenta. Tutte le risposte che si possono trovare per dare una giustificazione alle demenziali decisioni prese da Provincia e Regione portano comunque a conclusioni a dir poco sconcertanti. Allucinante è stato il corso degli eventi: la decisione di passare il tesoro di Gorizia armi e bagagli a Torrenti e alle lobbies triestine e friulane che dominano nei fatti la Regione è stata presa in una serie di misteriosi colloqui intercorsi a più riprese a partire dal 2014. Gherghetta viene avvertito da Torrenti che l’inutile ( parola della sua compagna Debora ) ente che presiede possiede uno dei più cospicui tesori d’arte, cultura e storia dell’intera regione, custoditi appunto nei Musei provinciali e nell’archivio storico provinciale.
Ignorando la storia di Gorizia, i due si trovano subito d’accordo su un dato: quel tesoro non va “regalato” al centrodestra goriziano, soprattutto al sindaco Romoli, che per Gherghetta è come l’aglio per i vampiri. Poi, e non è per nulla secondario, vanno sistemate posizioni interne, soprattutto quelle della direttrice facente funzione. la faccenda in soldoni è tutta qui. Il "provincialismo", i finanziamenti, l'incapacità del Comune sono tutte fumo per coprire lo scippo che si va consumando, si sperava nel silenzio.
A Torrenti non par vero: finalmente un po’ di cultura da toccare con mano. Collezioni, quadri, statue, da sottrarre ai buzzurri goriziani e da offrire come una vittoriosa panoplia ai sacri piedi della Governatrice. I due non avvertono nessuno. Si fa e basta, tanto ai goriziani gli si può portare via tutto: armenti in via d’estinzione, che ruminano tra Trieste e Udine. Il Tesoro dei goriziani passerà nelle mani rapaci delle schiere dei regionali, così felici di dedicarsi all’Inutile che si inventano anche quel pateracchio obbrobrioso chiamato Erpac: con tanto di comitato e sottocomitato, riunioni calendarizzate( ci si vede ogni due mesi, ciao! ) , 15 posti di qui 10 di là, una sede legale a Gorizia un’altra a Passariano. Un minestrone pseduofriulanista cui la dirigenza regionale aggiunge un pizzico di Pordenonese ovvero il Museo della civiltà contadina di San Vito al Tagliamento. E questa sarebbe la Rete Museale Regionale come gongola Isabella Reale sul Mv? E' invece una boiata , difficile da sostenere anche per chi è ormai abituato a prendere decisioni sulla testa dell’amato “territorio”.
Dopo le prime proteste e la vera e propria campagna che gopolis si vanta di aver iniziato, Gianni& Enrico capiscono che devono inventarsi qualche giustificazione. Ecco allora entrare in campo tonitruanti sostenitori della boiata, quasi tutti – a parte l’assessore alla cultura provinciale, goriziano doc– appartenenti alla sinistra della Sinistra Isonzo. L’urlo di guerra di Moretti, di qualche assessore regionale isontino, qualche sindaco bisiaco è perentorio e irrevocabile :“ non capisco ma mi adeguo”. Le soluzioni ragionevoli – come un Fondazione che metta insieme realtà territoriali - vengono accantonate; la votazione unanime del consiglio comunale viene accantonata come fosse una buffonata e in un incontro a Roma Gianni&Enrico trovano la quadra: proprietà indivisa e indivisibile a Gorizia e a Monfalcone. Una notizia che dopo qualche giorno fa esultare l’assessora Benes, di Monfalcone: a caval donato….
GOPOLIS