ORGOGLIO GORIZIANO, QUATTRO INCONTRI IN SALA DORA BASSI

Benvenuto 2016

01.01.2016 13:12

La  vicenda della Siap, quella  della sanità goriziana, il problema degli immigrati, la decretata fine della provincia di Gorizia, la spaccatura in due tronconi del suo territorio la creazione di diciotto Uti al posto di quattro province, lo sfregio probabile della deprivazione dell’ex capoluogo isontino dei SUOI musei provinciali ( in merito alla questione vedi www.gopolis.it), l’afasia goriziana in qualsiasi ipotesi di progetto o di sviluppo di carattere non propriamente intramoenia , sia esso regionale o transnazionale: queste note chiudono un 2015, all’insegna di una Regione che ha messo in atto tutte le possibili azioni per azzerare Gorizia, una città che in  un tempo non lontano contava contemporaneamente  a Trieste, tre assessori regionali e che oggi conta come il due di picche. Non esisterebbe neppure sui media,  se Rudi Ziberna non producesse quotidianamente  interrogazioni.

Si pongono problemi seri in questa ridicola “zonizzazione” cui abbiamo assistito da pubblico pagante: le Uti porterebbero la firma dell’assessore  Panontin, ma solo la firma. Sono invece il parto cervellotico di dirigenti regionali che per sbrogliare in fretta la matassa l’hanno imbrogliata cucendola sui vecchi panni delle Asl: diciassette gemellini nati morti, creati senza storia, senza un briciolo di prospettiva. Diciassette, perché Trieste sta bene, è robusta e in salute, pronta per il salto verso la città metropolitana, pronta a mangiarsi Monfalcone ( in caso anche il super comune bisiaco) l’aeroporto di Ronchi e magari anche Porto Nogaro, per qual che vale.

In questo quadro triestino centrico una Gorizia debole e  isolata fa comodo; fa comodo per mettere in difficoltà l’attuale compagine al potere ; una città sempre alle prese con emergenze  di ogni genere e quindi incapace di programmare un futuro degno della sua storia potrebbe essere facile preda.   Gopolis, fedele alle sue intenzioni primigenie, continuerà la lotta contro l’iniquo progetto di dare in gestione alla Regione Fvg – che di Gorizia non gliene può fregare di meno e lo ha dimostrato ampiamente -  l’anima stessa, la storia e le tradizioni artistiche di Gorizia, ovvero i Musei provinciali: e parliamo di proprietà e di gestione, ben sapendo la differenza tra i due concetti ;  e sappiamo bene che su questo argomento l’assessore regionale Torrenti  proporrà scambi fantasmagorici, come qualche direzione (?) regionale, nella scia tracciata dalla Serracchiani per la definitiva  burocratizzazione delle istituzioni del territorio regionale. 

Poiché sappiamo bene che parte dell’opinione pubblica goriziana è ormai assuefatta alle rapine, agli scippi, alle chiusure, ai cedimenti  (che, come l’unione delle camere di commercio tra Gorizia e Trieste vengono fatte passare per successi ) ; poiché sappiamo bene che la prova provata di una classe dirigente che va cambiata al più presto si trova ( anche e non solo) in quelle 37 (trentasette) interviste che quest’estate hanno confermato la quasi assoluta mancanza di proposte e di idee concrete sul futuro della nostra città; poiché non vogliamo una Gorizia da “viva il parroco” ma una città in grado di sviluppare relazioni internazionali e interterritoriali di una certa valenza, ci piacerebbe che il 2017 arrivi più in fretta possibile.

ANTONIO DEVETAG

GOPOLIS